Esposto di Serafim Morazzo Lima

Socio attivo del club

Tema della serata:
Storia del Baccalà,
il merluzzo nordico salato e stagionato

Mercoledì 1 aprile 2015





Nel corso della seduta sono intervenuti Serafim Morazzo Lima e Antonino Mazzarisi, il primo per parlarci della storia del Baccalà, il merluzzo nordico salato e stagionato pescato dai pescatori baschi nell'Oceano Atlantico settentrionale verso l'isola di Terranova e lungo le coste del Labrador, portato in Italia dai Veneziani; il secondo per insegnarci alcune ricette del Baccalà della mamma. Il loro intervento sarà oggetto dei testi informativi del prossimo bollettino di giugno.





Serafim Morazzo Lima


Antonino Mazzarisi







Brani dell'esposto di Serafim Morazzo Lima
(Per il testo completo, rivolgersi al Bollettino 208 di giugno 2015)


Cos'è il baccalà?

Certi diranno che non lo conoscono! Eppure sì, sono sicuro che lo conoscete tutti, il merluzzo.
È un pesce dei mari molti freddi, di una lunghezza fino al metro e mezzo e che pesa fino a 50 kg.
Quando viene pescato e tirato fuori dalle acque fredde dell'oceano è subito pulito e in base al regime di trattamento può prendere due nomi diversi:

  • Se viene subito messo in barile e coperto di sale è chiamato baccalà. Il sale serve per tirar fuori dalle sue cellule l'acqua, quindi per essiccarlo, allo scopo di conservalo a lungo. Il baccalà è insomma il merluzzo pulito, deliscato, salato e imbarilato.

  • Se invece dopo la pesca il merluzzo viene lasciato a essiccare all'aria fredda, diventa stoccafisso (da stock = legno e fish = pesce). Alias bastone di legno che tale appare per la sua durezza.
    


In Italia

Il baccalà è da tempo uno dei piatti tipici di Venezia ma questo pesce non è originario della laguna né dei mari italiani. Il baccalà veneziano infatti non è il merluzzo salato ma lo stoccafisso, un merluzzo artico di origine norvegese conservato attraverso l'essiccazione con aria fredda.
Per questo molti studiosi si sono interrogati sui motivi per cui lo stoccafisso, pur non essendo un pesce italiano, è entrato a giusto titolo a far parte della cucina tradizionale veneziana.
Esistono diverse storie che raccontano del modo con cui lo stoccafisso è arrivato sino a Venezia, alcune delle quali assumono i caratteri della leggenda.
Una di queste è raccontata nel volume Nel segno del baccalà redatto da Flavio Birri e Carla Coco. Il racconto ha come protagonista Pietro Querini, un mercante veneziano del '400.
Mentre era sulla rotta per le Fiandre, nel Mar del Nord, la nave di Pietro Querini fu investita in una violenta tempesta che fece naufragare la nave e disperderne completamente il carico.
L'equipaggio, però, riuscì fortunosamente a salvarsi grazie alle scialuppe di salvataggio e, dopo giorni in mare aperto, potétte toccare terra, raggiungendo l'isola di Roest, nell'arcipelago delle Lofoten.
Sull'isola i naufraghi veneziani incontrarono i pescatori locali, con cui s'ingegnarono a comunicare parlando germanico, francese e latino. Essi narrarono le loro disavventure e trovarono ospitalità presso i generosi pescatori per tre mesi.
Ben presto l'equipaggio assunse le abitudini dei pescatori del luogo scoprendo uno strano pesce molto pescato da quelle parti, detto stocfisi, pesce di poca umidità duro come legno che per essere mangiato doveva essere battuto.
Nel 1432 Querini, tornato a Venezia, narrò ai suoi concittadini delle sue avventure nei paesi scandinavi. I racconti di viaggio erano all'epoca molto apprezzati poiché gli usi dei popoli lontani potevano fornire nuove idee per la vita quotidiana o per il commercio.
Querini raccontò anche degli usi alimentari degli scandinavi e, appunto, dello stoccafisso, un pesce già conosciuto da quasi un secolo a Parigi e a Londra perché poteva essere conservato a lungo.
A quei tempi, in cui conservare a lungo il cibo era difficile, il valore dello stoccafisso era elevatissimo. Grazie a ciò, gli abitanti delle Isole Rosten potevano esportare questo pesce in molti Paesi, procurandosi in cambio denaro e mercanzie.
I veneziani, perciò, non si lasciarono scappare l'occasione e, da grandi mercanti che erano, iniziarono ad importare e commercializzare lo stoccafisso.
Il termine "stoccafisso" deriva dall'olandese stokvisch (stock = bastone e visch = pesce), ovvero pesce essiccato sul bastone. Assai più incerta è invece l'origine del termine "baccalà" che in Veneto e Friuli è sinonimo di stoccafisso, ovvero merluzzo essiccato, mentre nel resto dell'Italia significa merluzzo salato.


    

Per il testo completo, rivolgersi al Bollettino 208 di giugno 2015